Il Centro Studi di Assirm, l’Associazione degli istituti di ricerche di mercato, sondaggi di opinione e ricerca sociale, ha presentato il 2 ottobre a Milano un’indagine con l’obiettivo di sondare prima e confrontare poi l’attrattività locale dei capoluoghi di regione.
L’indagine di notevole interesse è stata effettuata per mezzo dello IAL, un indicatore di attrattività locale, ed ha visto la collaborazione del Prof ordinario di demografia dell’Università Bicocca Gian Carlo Blangiardo.
L’indagine ha utilizzato dati disponibili da fonti pubbliche autorevoli, ad esempio gli archivi del Ministero dell’Economia e della Finanza e quelli dell’Istat, l’indice IAL è in grado di fotografare le caratteristiche economiche, demografiche e sociali di un territorio e riesce quindi a valutarne la competitività.
Su cosa si basa l’indice IAL? Su 9 indicatori elementari: reddito mediano, divario ricchi/poveri, % obbligo scolastico non conseguito, % possesso diploma, età media popolazione, n. indice variazione popolazione 2006-2010, n. indice variazione famiglie 2006-2010, indice migratorio, una sorta di “cruscotto socio economico”, più un decimo riassuntivo: attrazione ed eterogeneità.
A partire da questi indicatori Assirm è riuscita a stilare una classifica dei capoluoghi di regione, in ottica Expo 2015, al fine di stabilire quale città italiana risulta in assoluto la più attrattiva in termini di potenzialità economiche, umane, demografiche e sociali.
Sul podio medaglia d’oro si colloca Trento, medaglia d’argento per Roma e Medaglia di bronzo Perugia, al quarto posto troviamo Milano, al quinto Bologna, chiudono la classifica tre Regioni del Sud Bari, Palermo e maglia nera a Napoli.
Alessandro Amadori il direttore del Centro Studi Assirm così commenta i risultati emersi dall’indagine: “Non colpisce il primo posto di Trento, città-laboratorio emblema del Nord-Est produttivo che continua a rappresentare un’area privilegiata della geografia socio-economica italiana. Più interessante il secondo posto di Roma: città piena di problematiche, ma intrinsecamente attrattiva, unica vera città galassia del Paese”. “Se il primo posto di Trento conferma che «piccolo è bello»- ha continuato Amadori - il secondo di Roma ci fa capire che «grande significa ancora attrattivo». E probabilmente in futuro lo sarà sempre di più”.
Non contano dunque le dimensioni ma le potenzialità e le peculiarità intrinseche al capoluogo di regione posto sotto osservazione.
Ecco la classifica completa che riporta i risultati dello IAL ponderato, in ordine dal comune più attrattivo, ossia Trento, a quello meno attrattivo: Napoli
Dalla fotografia che ne emerge si evidenzia una non piena correlazione tra dimensioni e attrattività, l’Italia evidenzia una realtà territoriale complessa, nei primi 10 posti si alternano capoluoghi grandi e piccoli: Perugia al terzo posto, L’Aquila al sesto, Firenze all’ottavo.
La classifica mostra anche una piccola riduzione dello stereotipo comune che vede il Nord sempre avanti rispetto al Sud, Campobasso, ad esempio, risulta posizionato nella top ten al decimo posto sopra ben quattro città del Nord: Torino, Venezia, Aosta e Genova.
Vero è che a chiudere la classifica restano comunque tre grandi città del Sud che ancora sono afflitte da numerosi problemi strutturali di difficile risoluzione: Bari, Palermo e Napoli.
Torino e Aosta sono realtà particolari la prima è all’undicesimo posto perché sconta un processo di de-industrializzazione che non si è ancora concluso, il 13 esimo posto di Aosta fotografa da un lato una provincia benestante e in cui gli abitanti vivono serenamente, e dall’altro una provincia marginale rispetto ai flussi di persone, idee e risorse che attraversano l’Europa.
In conclusione Umberto Ripamonti, il Presidente di Assirm, ha dichiarato che lo strumento utilizzato nell’indagine: lo IAL “aiuta a comprendere le caratteristiche di un territorio e valutarne la sua competitività, in un momento in cui la competitività è la vera sfida con cui si devono confrontare tutti i territori”.
Lo scopo del progetto effettuato dall’Assirm, specie in ottica EXPO 2015, è proprio quello di “mappare il territorio italiano attraverso il livello di benessere, attrattività e potenzialità di sviluppo delle sue città” al fine di individuare quei comuni virtuosi che possono essere un esempio per il resto del Paese.
Erica Venditti
(Riceviamo da Erica Venditti e volentieri pubblichiamo)